L’amianto è uno dei materiali più pericolosi per la salute, specialmente per i lavoratori che ne sono stati o potrebbero essere esposti.
Conoscere i rischi, le normative vigenti e le misure di sicurezza è fondamentale per prevenire malattie gravi e garantire la protezione sul luogo di lavoro.
Cos’è l’amianto
L’amianto, noto anche come asbesto, è un materiale fibroso composto da minerali naturali appartenenti al gruppo dei silicati. Grazie alle sue proprietà isolanti, termoresistenti e ignifughe, è stato ampiamente utilizzato in passato nei settori dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti.
Le sue applicazioni includevano:
- Isolamenti termici e acustici.
- Materiali per coperture, come il cemento-amianto (eternit).
- Guarnizioni, rivestimenti e prodotti per l’industria chimica e navale.
Tuttavia, nonostante la sua versatilità, l’amianto si è rivelato altamente pericoloso per la salute umana, in quanto le sue fibre possono disperdersi nell’aria e, una volta inalate, causare gravi malattie respiratorie.
Quali sono i rischi e perché è pericoloso per la salute dell’uomo?
L’amianto è pericoloso perché le sue fibre possono essere facilmente inalate. Essendo microscopiche, penetrano profondamente nei polmoni, causando gravi malattie respiratorie.
Le principali malattie associate all’esposizione all’amianto includono:
- Mesotelioma pleurico: un tumore maligno che colpisce il rivestimento dei polmoni e della cavità toracica.
- Asbestosi: una forma di fibrosi polmonare causata dall’accumulo di fibre di amianto nei polmoni, che porta a difficoltà respiratorie croniche.
- Carcinoma polmonare: un cancro ai polmoni frequentemente associato all’esposizione prolungata all’amianto.
- Malattie cardiovascolari: alcune ricerche hanno evidenziato un possibile legame tra l’esposizione all’amianto e un rischio aumentato di malattie del cuore.
I lavoratori più a rischio sono quelli che operano nello smaltimento dell’amianto e nella manutenzione di materiali contenenti amianto.
Il rischio aumenta con la durata e l’intensità dell’esposizione, e senza l’utilizzo di protezioni adeguate.
Un pò di dati sull’impatto dell’amianto: lavoratori malati e decessi
Le conseguenze dell’esposizione all’amianto sono devastanti, soprattutto per i lavoratori che ne sono stati a contatto per lunghi periodi senza adeguati dispositivi di protezione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si registrano oltre 107.000 decessi legati a malattie causate dall’amianto a livello globale.
In Italia, l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), stima ogni anno circa 1.500 decessi per mesotelioma correlato all’amianto. A questi si aggiungono migliaia di casi di altre malattie come l’asbestosi e il carcinoma polmonare.
Un altro dato significativo riguarda la lunga latenza delle malattie da amianto, che possono manifestarsi anche dopo 20-40 anni dall’esposizione. Questo rende ancora più complesso monitorare l’impatto sanitario e attuare interventi preventivi.
Tra i settori più colpiti figurano l’edilizia, la cantieristica navale e l’industria pesante, dove l’amianto veniva impiegato su larga scala.
Questi numeri evidenziano l’urgenza di adottare misure preventive efficaci, come l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) per ridurre il rischio di esposizione all’amianto.
Legge sull’amianto e divieti
In Italia, l’uso dell’amianto è stato vietato dalla Legge n. 257 del 1992, che ha introdotto il divieto di estrazione, lavorazione, produzione e vendita di materiali contenenti amianto.
Questa legge:
- Stabilisce le modalità di smaltimento e bonifica dei siti contaminati.
- Prevede l’assistenza e l’indennizzo per i lavoratori colpiti da malattie correlate.
- Obbliga i datori di lavoro a effettuare la mappatura e il monitoraggio dei materiali contenenti amianto presenti negli ambienti di lavoro.
Nonostante il divieto, la presenza di amianto è ancora un problema diffuso in edifici e impianti costruiti prima del 1992, rendendo necessario un costante impegno nella bonifica.
La Normativa a tutela dei lavoratori
Il D.Lgs. n. 81/2008 disciplina gli obblighi del datore di lavoro di effettuare la valutazione del rischio amianto nei luoghi di lavoro e l’elaborazione di un documento di valutazione dei rischi.
Definita la relazione tra gli indici misurati e i corrispondenti valori limite soglia, il datore di lavoro predispone un piano di lavoro, che prevede le misure di sicurezza necessarie per garantire la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
La Commissione Europea con la direttiva UE 2023/2668 ha ridotto i limiti di soglia dell’esposizione (TLV) all’amianto sul posto di lavoro. Infatti, secondo l’articolo 8 “i datori di lavoro provvedono affinché nessun lavoratore sia esposto a una concentrazione di amianto in sospensione nell’aria superiore a 0,01 fibre per cm3 , misurata in rapporto a una media ponderata nel tempo (TWA) di 8 ore”.
Fonte: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023L2668
Misure di sicurezza e prevenzione
La protezione dei lavoratori esposti all’amianto richiede l’adozione di rigide misure di sicurezza e l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati.
1. Misure di protezione (artt. 251 e 252)
–Ridurre al minimo il numero di lavoratori esposti alle fibre di amianto.
–Uso obbligatorio di DPI per la protezione delle vie respiratorie, adeguati alla concentrazione di amianto.
–Pausa adeguata per i lavoratori che utilizzano DPI, proporzionata allo sforzo fisico richiesto.
–Pulizia e manutenzione regolare di locali e dispositivi utilizzati per il trattamento dell’amianto.
–Delimitazione chiara dei luoghi di lavoro con appositi cartelli.
–Accesso consentito solo ai lavoratori autorizzati.
–Indumenti di lavoro conservati separatamente dagli abiti civili.
2. Misurazione periodica delle fibre di amianto (art. 253)
–Verifica periodica della concentrazione di fibre di amianto nell’aria per garantire che il limite di esposizione non venga superato.
3. Informazione ai lavoratori (art. 257)
–Comunicazione sui rischi per la salute legati all’amianto.
–Istruzioni sulle norme igieniche e sulle misure di prevenzione e protezione.
–Avviso in caso di superamento dei limiti di esposizione.
4. Formazione dei lavoratori (art. 258)
–Addestramento sulle lavorazioni che comportano esposizione ad amianto.
–Procedure sicure di lavoro e uso corretto dei DPI.
–Gestione delle emergenze e importanza della sorveglianza sanitaria.
5. Sorveglianza sanitaria (art. 259)
–Controlli medici preventivi e periodici (ogni tre anni) per i lavoratori esposti.
Fonte: https://temi.camera.it/leg18/post/OCD15_14621/la-normativa-materia-amianto.html
DPI per la protezione dei lavoratori dall’amianto
1. Dispositivi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR)
–Semimaschere o maschere intere con filtri P3: Proteggono da fibre di amianto aerodisperse e garantiscono il massimo livello di sicurezza.
2. Protezione del Corpo
–Tute monouso in materiale anti-strappo e anti-penetrazione per evitare il contatto diretto con le fibre. Devono essere a tenuta integrale e con cappuccio.
3. Protezione degli Arti
–Guanti resistenti alla penetrazione di fibre, specifici per l’amianto, e calzari monouso, per coprire le calzature ed evitare la contaminazione.
4. Protezione degli Occhi e del Viso
–Occhiali protettivi sigillati: Evitano il contatto diretto con le fibre e prevengono irritazioni.
–Visiere: Utili per attività che generano polveri aggiuntive.
Nota: Tutti i DPI devono essere conformi alle normative europee (es. marcatura CE) e scelti in base all’analisi del rischio dell’ambiente di lavoro.
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